Emilio Fantin (Bassano del Grappa, 1954)
Fantin ci conduce in un percorso naturalistico di un’ora per dar voce alle opere di “Planta Manent”.
Nei 15 minuti finali l’artista conclude il cammino con una pratica di meditazione intitolata “Costruzione dell’immagine interiore dell’ulivo”. Meditazione come espressione universale del ciclo naturale che vive nel profondo del nostro essere.
L’estetica del non percepibile si rifà a un atteggiamento immaginativo che apre spazi di visione e a un approccio logico e razionale aderente alla realtà. La fine della dialettica psiche-ragione e materia-spirito è l’oggetto di una ricerca estetica che ridefinisce l’arte e che può costituire l’orizzonte culturale degli anni a venire.
La condivisione della riflessione teorica e delle pratiche ci darà l’opportunità di affinare una sensibilità attraverso la quale elaborare la nostra materia prima. Così anche nella sua installazione sonora “L’incubo del mandorlo caduto”, che si incontra all’arrivo nella zona parking.